Storie di Sport del Guilcer: Mirko Sanna

Storie di Sport del Guilcer: Mirko Sanna

1 Agosto 2017 Off Di Web GuilcerSport

Mirko Sanna il fantino ghilarzese che “stupisce” il mondo con oltre 600 vittorie

Diventare fantino è stata per lui la cosa più naturale del mondo. E d’altronde come poteva essere diversamente per uno che ha avuto la fortuna di essere figlioccio di Ciro Colomo, altro grande fantino locale ma soprattutto “seguace” e allievo del grandissimo Palmerio Agus.

Lui si chiama Mirko Sanna, 33 anni, e rappresenta senza ombra di dubbio, una delle migliori monte che la Sardegna e l’Italia hanno esportato nel mondo.

Mirko è attualmente richiestissimo in tutte le parti del pianeta dove è raro che non vinca. Ma conosciamolo meglio direttamente dalle sue parole e dal suo racconto di vita.

INIZIO CON I CAVALLINI DELLA GIARA

Sono nato in mezzo ai cavalli dove cominciai con le corse dei cavallini della Giara con la mia Margherita a Chilivani. Nel settembre 1998 lasciai Ghilarza per andare a Pisa a frequentare il corso di allievo fantino sino a novembre 1999. A febbraio del 2000 debuttai nell’ Ippodromo di Pisa in sella a Pink Girl allenata da Renato Monaco e vinsi la mia prima corsa a Livorno in sella a Schweitzer lottando testa a testa tutta la dirittura nientemeno che con Palmerio Agus vincendo di corto muso. Schweitzer era allenato da Saro Pecoraro l’allenatore che mi ha fatto vincere le mie prime corse in carriera.

I CONSIGLI DI PALMERIO AGUS

Palmerio mi dava tanti consigli come montare e durante il percorso mi correggeva quando sbagliavo. Dopo aver trascorso un anno in Toscana, mi sono trasferito a Milano nella scuderia di Bruno Grizzetti e qui ho avuto la chance di montare e vincere con cavalli importanti come Montesino, Sopran, Foldan e tanti altri.

PROFESSIONISTA DAL 2002

Diventai professionista nel 2002 e restai a Milano per circa 7 anni montando per I Fratelli Botti e per Mario Cicciarelli. Erano queste le più grandi scuderie in quel momento a Milano. Mi sono trasferito successivamente a Roma nel 2007 dove collaboravo con la scuderia di Riccardo Betti. Un allenatore che mi ha dato tanta fiducia in questi ultimi anni e che ringrazio per avermi fatto vincere tanto, è Luigi Riccardi.

FANTINO INTERNAZIONALE

Sono diventato fantino internazionale molto presto. Il mio primo passo fuori dall’Italia è stata la Francia. Dopodiché mi sono trasferito in Australia per circa 4 mesi ed ancora una chiamata dalla Malesia dove ho gareggiato subito nell’ippodromo principale a Kuala Lumpur. Nello scorso anno la proposta dal Canada dove mi sono subito trovato benissimo con la possibilità di montare subito per la migliore scuderia canadese, la North American Thoroughbred. Rimasi solo per tre mesi a Vancouver per non perdere tutti i contatti in Italia anche se ero molto dispiaciuto di andare via perché mi sono trovato molto bene e perché la situazione dell’ippica in Italia non è delle migliori.

CHIAMATE DA TUTTO IL MONDO

Ancora un’altra esperienza grazie all’amico Paolo Aragoni che mi propose di andare in Corea.
Sei mesi fa son tornato a Roma per passare un pò di tempo con Sara, la mia fidanzata, che devo sempre ringraziare perché sopporta tutti i miei viaggi. Anche lei opera nell’ambito dei cavalli e spero che abbia un futuro come allenatore. A fine aprile son ripartito per il Canada per fare la spola con gli Stati Uniti ed esattamente a Washington nell’ippodromo di Seattle.

600 CORSE VINTE E…IL FUTURO

Ora vediamo dove sarà la mia prossima fermata. Sono contento di avere tanti inviti dall’estero dove ho vinto oltre 600 corse in tutte le piste italiane dal nord al sud, in Europa, Asia, Nord America. Ho un passaporto che sembra un libro, e una grande soddisfazione aver montato in tutto il Mondo. La mia pista preferita rimarrà sempre San Siro mentre corse preferite non ce sono perché quando vinci sono tutte belle. Certo, la prima non si scorda mai e come il primo amore ha per me un valore molto significativo. Forse anche per quel testa a testa con Palmerio Agus, lui che era un fantino completo, un orologio durante il percorso e un cagnaccio in dirittura d’arrivo. E poi anche lui era di Ghilarza. Un marchio di appartenenza indelebile che ti porti dietro ovunque vai.